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Kittenfishing: apparire ed essere non coincidono

Il nuovo neologismo, nato dal mondo del dating online, fa riferimento a chi è disposto a mentire per conquiste più facili…

Video con smartphone, Kittenfishing

Tanti sono i nuovi neologismi, tutti frutto delle nuove tecnologie. Nel 2013 si parlava di phubbing. Viene utilizzata per indicare il comportamento di quanti, dimentichi e incuranti di chi è accanto, scortesemente, sono soliti controllare compulsivamente il proprio smartphone. Ma si è parlato anche di ghosting e di benching. Ora, dal mondo degli appuntamenti online, un nuovo termine sta per entrare a far parte del nostro linguaggio parlato: il Kittenfishing. Parliamone.

Da “kitten” che significa “gattino” e “fishing”, che metaforicamente sta per “caccia”. E ci riporta a chi, pur di realizzare l’obiettivo prefissato, è portato a generare in rete identità diversa da quella che vive realmente. Un trucco non certo gradevole. Si cerca a qualsiasi costo di indurre la persona adescata ad intraprendere una relazione sentimentale.

Kittenfishing: quando vogliamo apparire, socialmente e fisicamente, diversi da quello che siamo…

Secondo la definizione del quotidiano britannico The Independent, tale esperienza non di rado viene vissuta sulla propria pelle, benché sembra circondata da un alone di novità. Oggi tale neologismo fa praticamente riferimento a coloro che ostentano sui siti di incontri un modo di essere migliore rispetto a come in realtà si è. Citare qualche esempio non è proprio difficile. Basta, infatti, servirsi di una foto di tanti anni prima o marcatamente ritoccata. Oppure esagerare le proprie competenze e mentire sulle passioni. E il danno è fatto.

Patricia Wallace, docente del Maryland University College che si occupa di psicologia delle relazioni e dell’apprendimento, nel suo ultimo libro, “La psicologia di Internet”, dimostra la veridicità di tale affermazione. Sostiene infatti che “La maggior parte delle persone si costruisce e mantiene online una persona che è una versione in qualche modo potenziata di se stessa, che valorizza le caratteristiche positive e smorza quelle negative, a volte creando veri e propri personaggi nuovi rispetto al reale, anche solo per provare qualcosa di diverso”.

Fin qui nessun commento in negativo, quindi. Allorché questa strategia viene adottata nei siti d’appuntamenti, il problema diventa serio. Soprattutto nei confronti della persona che si trova dall’altra parte dello schermo. Perché dall’online si passa all’offline, prima o poi. E non si può più mentire. Allora sorge una domanda, semplicissima. “Perché?”.

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