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Burger. Aumentano il rischio di cancro al seno

Una recente ricerca rivela che un elevato consumo di burger e carni trasformate non è dannosa soltanto per la linea, ma anche per la salute

burger carne
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Che hamburger, hot dog, insaccati e salumi in genere non fossero esattamente salutari era cosa risaputa. Ma un nuovo studio dell’Università di Harvard offre un motivo in più per bandire burger e wurstel dalla propria dieta. I ricercatori sembrano, infatti, aver individuato un collegamento tra il consumo di carni lavorate e lo sviluppo del cancro al seno. Si tratta di risultati di un certo rilievo. Fino ad ora il consumo di certi alimenti era stato, in qualche modo, ricollegato ad alcuni tipi di cancro che interessavano principalmente il pancreas, l’intestino e la prostata. Questa ricerca dimostra che determinate abitudini alimentari possono influire sullo sviluppo della malattia anche in altre parti del corpo. Ed in particolare al seno, la zona più colpita nelle donne. Il Daily Mail ha spiegato, dunque, per quale motivo è importante ridurre il consumo di certi tipi di alimenti.

Hamburger gigante

Burger e wurstel fanno male alla linea e alla salute

Molte donne cercano di ridurre il consumo di burger, salsicce e carni lavorate per mantenere la linea. I risultati della ricerca condotta dagli studiosi di Harvard renderanno tale sacrificio meno oneroso. Perché si avrà la consapevolezza di poter ridurre del 9% il rischio di sviluppare un cancro al seno. L’incidenza è, tutto sommato, modesta. Ma ogni variazione del tasso di rischio risulta, di fatto, significativa. Per arrivare a calcolare questa percentuale gli studiosi hanno effettuato una revisione sistematica ed una meta-analisi di una serie di studi condotti in precedenza. Esaminando i risultati e le conclusioni a cui avevano condotto tali ricerche, gli studiosi di Harvard sono arrivati a calcolare che un eccessivo consumo di carni lavorate può aumentare del 9% la probabilità di sviluppare un cancro al seno.

Hot dog danesi

Perché la carne lavorata è considerata cancerogena

Nessun collegamento è stato, invece, riscontrato tra il consumo di carni non lavorate e lo svilppo della malattia. Si tratta, dunque, di un rischio connesso a certi tipi di carne. Carne, ad esempio, trattata con additivi alimentari a base di nitriti e nitrati. Questi prodotti conferiscono alle carni trasformate il tipico colore rosa. Secondo gli studiosi queste sostanze, in abbinamento ai grassi saturi, al colesterolo e ad un tipo di ferro fornito da proteine animali, possono provocare un aumento del rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Per questo è consigliabile ridurre il consumo di carne trasformata. Ed in particolare di carne che è stata salata, stagionata, fermentata, affumicata o mescolata per preparare, ad esempio, burger, salsicce, hot dog, salame, pancetta, prosciutto e carne in scatola.

Meglio, dunque, consumare carne al naturale come una bella bistecca o un filetto.

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