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Ledro, le nuove meraviglie del Museo delle Palafitte

Nuova veste per il museo che proietta il visitatore nel mondo preistorico

Palafitta a Ledro
© Museo Palafitte Ledro

In provincia di Trento, Ledro è un comune sparso che comprende il lago omonimo, considerato uno dei più limpidi del Trentino. Oltre alla natura che invita a suggestive escursioni a piedi e in mountain bike, il comune è celebre per essere composto da quattordici borghi. E per essere il luogo del ritrovamento di circa 10 mila palafitte risalenti all’età del bronzo presso il paese di Molina, in riva al lago.

Il weekend del 6 e 7 luglio è ideale per scoprire proprio questa realtà che valorizza al meglio un parte del Patrimonio Unesco. Si inaugura infatti una struttura di ultima concezione con il nuovo allestimento del Museo delle Palafitte. Che si presenta al pubblico raddoppiato negli spazi e più luminoso e aperto che mai. Il nuovo Museo si basa su concetti di dinamismo, trasparenza, leggerezza, immediatezza, spettacolarità e inclusione.

A Ledro si torna indietro nel tempo

Il programma dell’inaugurazione prevede due giorni di festa con visite guidate, spettacoli, laboratori e concerti. Oltre a una special edition delle Palafittiadi® Olimpiadi della preistoria. Che invitano a conoscere meglio questa realtà unica nel panorama museale. Il museo è diventato progressivamente un luogo dove si pratica intensamente l’azione educativa con scuole. E dove vengono organizzati importanti programmi ed eventi per il pubblico. Tanto da aver ormai assunto un ruolo di promotore di turismo locale di altissima importanza.

Con oltre 45 mila visitatori all’anno, ha ora lo spazio per ospitare adeguatamente le proprie attività educative. E produrre esposizioni temporanee capaci di rinnovare l’interesse anno dopo anno, per le sue iniziative espositive.

Il Museo di Ledro con il nuovo allestimento

Il museo raccoglie i reperti, risalenti all’età del Bronzo, ritrovati nel corso di 90 anni di ricerche tra i resti del villaggio palafitticolo sulle sponde del Lago di Ledro, uno dei più importanti dell’arco alpino. All’interno i reperti sono raccolti e interpretati secondo criteri museografici attenti al contenuto, alla resa scenografica e al coinvolgimento anche emotivo del visitatore. Che è immerso in uno spazio privo di confini e percorsi obbligati. I temi affrontati sono 4, articolati su un asse concettuale che va dal Macro al Micro. Partendo dalle palafitte come fenomeno alpino ed europeo, si passa alla dimensione del villaggio e del territorio che lo circonda.

Per arrivare infine agli individui, alle loro attività e alle cose, piccole e grandi. All’esterno della struttura la ricostruzione di quattro capanne, complete di arredi e suppellettili, riproduce uno spaccato di vita quotidiana preistorica. Il percorso si conclude con l’aggiunta di un cubo vetrato, il QBO, che funge da nuovo spazio per attività educative, eventi, spettacoli, mostre temporanee e da speciale punto di osservazione del lago e dell’area archeologica.

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