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Fortunato Depero: in mostra trent’anni di attività

Allo studio Art Consulting di Modena, in mostra la produzione eclettica e pirotecnica di Fortunato Depero

Fortunato Depero, Futurismo, Modena
Ufficio Stampa MediaMente

Trent’anni di produzione eclettica e pirotecnica è quella di Fortunato Depero, ora in esposizione allo studio Art Consulting di Modena fino all’11 novembre. In mostra acquerelli, collage, tarsie di stoffe colorate, olii, e celebri manifesti pubblicitari che offrono al visitatore uno scorcio di quella che fu la produzione del celebre artista futurista fra il 1917 e il 1947. La mostra intitolata Fortunato Depero è impreziosita da un catalogo a cura di Maurizio Scudiero, uno dei massimi esperti dell’artista.

Fortunato Depero: un artista eclettico

Geniale artefice di un’estetica innovativa, Depero è diventato celebre per aver messo in comunicazione le discipline dell’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, al teatro. Nel corso della sua carriera, infatti, l’artista realizzò scene e costumi per il “Chant du rossignol” di Sergei Diaghilev. Successivamente nel 1919 diede vita al progetto di aprire una Casa d’arte futurista a Rovereto. La casa d’arte era specializzata nel settore della grafica pubblicitaria, dell’arredo e delle arti applicate e in particolare, in quello degli arazzi.

Fortunato Depero, Futurismo, Modena
Fortunato Depero – Depero futuristic art

La mostra di Modena

L’iniziativa mette in scena una selezione di 26 opere provenienti da prestigiose collezioni private. La mostra si svolge presso lo studio del curatore modenese Marco Bertoli in via Carlo Farini 56. “Fortunato Depero” è un’occasione unica per ammirare una panoramica di trent’anni di attività. In mostra pezzi che vanno da “Costruzione di gobbo” (1917) a “Danza di coni” (1947) dalla serie di collage di carte colorate dedicata ai “Numeri” (1926), alle “Donne del tropico” (1945). E poi ancora i primi “arazzi” futuristi e i numerosi studi per manifesti pubblicitari come quelli per la Campari. Tra questi “Anche il gatto beve il Campari” del 1927 e alcuni studi per il “Numero Uno Futurista Campari”. L’esposizione consente di ammirare anche le copertine di prestigiose riviste. Di particolare interesse quelle realizzate nel periodo newyorkese come Vogue” del 1930.

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